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Il Consiglio chiude l’accordo su Horizon Europe

I ministri della ricerca dei 27 Stati Membri – riuniti per il Consiglio Competitività (Ricerca e Innovazione) – hanno raggiunto il 29 settembre l’accordo sui testi legislativi di Horizon Europe, approvando gli orientamenti generali (General Approach) sul regolamento / programma quadro e sulla decisione / programma specifico. L’accordo chiuso dal Consiglio – sotto la guida della presidenza tedesca – definisce gli aspetti rimasti esclusi dal  compromesso interistituzionale dell’aprile 2019 e fa segnare un passaggio decisivo verso l’approvazione definitiva del prossimo programma. A stretto giro – ora che anche la posizione del Consiglio è definita – potranno riprendere i negoziati interistituzionali (triloghi) con Commissione e Parlamento: i prossimi due mesi dovrebbero essere dunque sufficienti per adottare ufficialmente i testi legislativi di Horizon Europe e assicurare l’avvio del programma il 1° gennaio 2021.

La posizione del Consiglio

L’accordo raggiunto in Consiglio definisce i tre aspetti rimasti esclusi dal compromesso dell’aprile 2019: la ripartizione interna del bilancio e dei finanziamenti supplementari provenienti da Next Generation EU; le norme sulla cooperazione internazionale e sull’associazione dei paesi terzi; le disposizioni sulle sinergie con gli altri programmi di finanziamento europei (quest’ultimo aspetto era stato parzialmente definito dagli Stati membri a novembre 2019). 

Per quanto riguarda la ripartizione della dotazione finanziaria proveniente dal Quadro finanziario pluriennale 2021-27 – ridotta da 83,4 a 75,9 miliardi, in prezzi 2018, dall’accordo del Consiglio europeo di luglio scorso (da 94,1 a 85,5 miliardi in prezzi correnti) – i ministri suggeriscono un taglio lineare del 10% per tutte le aree tematiche del programma, che riflette la riduzione della dotazione complessiva concordata dai Leader e mantiene invariati gli equilibri tra i vari temi rispetto alla proposta originaria della Commissione Juncker (giugno 2018). L’unica eccezione al taglio lineare è la decisione di destinare 200 milioni aggiuntivi alle Marie Sklodowska Curie Actions (MSCA), sottraendo una cifra equivalente alla dotazione dello European Innovation Council. 

Sui finanziamenti supplementari provenienti da Next Generation EU – che il Consiglio europeo di luglio aveva complessivamente ridotto a 5 miliardi (prezzi 2018) dai 13,5 proposti dalla Commissione von der Leyen – i ministri hanno deciso di non proporre una suddivisione puntuale delle cifre, limitandosi ad affermare che tali «risorse aggiuntive devono essere destinate esclusivamente ad azioni di ricerca e innovazione volte ad affrontare le conseguenze della crisi COVID-19, in particolare il suo impatto economico e sociale». Un approccio flessibile che nei fatti sembra sostenere la proposta della Commissione di ripartire i fondi tra i Cluster 1, 4 e 5 (‘Health’, ‘Digital, Industry and Space’ e ‘Climate, Energy Mobility’) e lo European Innovation Council. 

Per quanto riguarda le norme sulla cooperazione internazionale e sull’associazione dei paesi terzi, il Consiglio ha fatto largamente suo l’approccio della proposta iniziale della Commissione, confermando tra le altre cose la possibilità di associazione al programma dei paesi avanzati con un buon potenziale di R&I. Ma ha deciso di inserire una nuova disposizione intesa a preservare la sovranità tecnologica dell’Unione, affermando da un lato che «per le azioni relative alle risorse strategiche, agli interessi, all’autonomia o alla sicurezza dell’Unione, il programma di lavoro può prevedere che la partecipazione possa essere limitata ai soli soggetti giuridici stabiliti negli Stati membri o ai soggetti giuridici stabiliti in determinati paesi associati o in altri paesi terzi» e dall’altro che «per motivi debitamente giustificati ed eccezionali, al fine di garantire la tutela degli interessi strategici dell’Unione e dei suoi Stati membri, il programma di lavoro può anche escludere» dalle singole call for proposals «la partecipazione di soggetti giuridici stabiliti nell’Unione o in paesi associati controllati direttamente o indirettamente da paesi terzi non associati o da soggetti giuridici di paesi terzi non associati, o subordinare la loro partecipazione a condizioni stabilite nel programma di lavoro».

I prossimi due mesi

Ora che la posizione degli Stati membri su Horizon Europe è completamente definita, potranno riprendere, già dalla settimana prossima, i negoziati interistituzionali (triloghi) tra Consiglio, Parlamento e Commissione per trovare un accordo sui tre aspetti rimasti esclusi dal compromesso dell’aprile 2019. Sui quali, ricordiamo, la posizione della Commissione rimane quella delineata nella proposta originaria del 2018, integrata a giugno con la proposta di suddividere i fondi aggiuntivi di Next Generation EU tra i Cluster 1, 4 e 5 (‘Health’, ‘Digital, Industry and Space’ e ‘Climate, Energy Mobility’) e lo European Innovation Council. Mentre la posizione del Parlamento si ritrova nella relazione del dicembre 2018, in cui gli eurodeputati, tra le altre cose, suggerirono una ripartizione in valori percentuali tra i diversi temi del programma, sulla base però di una dotazione complessiva di 120 miliardi.

Fonte: APRE

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