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COVID-19: Fondi Strutturali e Politica di Coesione

La Commissione Europea scende in campo contro il coronavirus anche attraverso la politica di coesione e i Fondi Strutturali Europei. Tra le varie azioni,ha lanciato la Coronavirus Response Investment Initiative (CRII), con la quale ha proposto, tra le altre cose, di destinare 37 miliardi di euro nell’ambito della politica di coesione per la lotta contro il COVID-19. A tal fine la Commissione ha proposto per il 2020 di abbandonare  l’obbligo di chiedere agli Stati membri di rimborsare i prefinanziamenti non spesi per i fondi strutturali, per un importo pari a circa 8 miliardi di euro provenienti dal bilancio dell’UE. 

Un’altra proposta legata all’uso della politica di coesione per affrontare l’emergenza riguarda la modifica dell’ambito di applicazione del Fondo europeo di solidarietà (FSUE) per includervi le emergenze di sanità pubblica, in aggiunta alle catastrofi naturali. Per il 2020 sono ancora disponibili 800 milioni di euro.

Il 30 marzo il Consiglio europeo ha adottato due atti legislativi in risposta alla proposta della Commissione: uno degli atti modifica le regole dei fondi SIE, mentre l’altro estende il campo di applicazione del FSUE. Gli Stati membri disporranno inoltre di una maggiore flessibilità per effettuare trasferimenti tra i programmi della politica di coesione al fine di reindirizzare le risorse  dove sono più necessarie.

Data l’urgenza della situazione i due atti legislativi, pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea il 31 marzo, entrano in vigore il 1º aprile 2020.

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